Nuova normativa cookies: stop all’uso libero dei files di profilazione
Il mondo del web è in continuo fermento. Aggiornamenti, rumors, news, sembrano rappresentare le parole d’ordine di coloro che, per lavoro o per passione, si trovano a essere proprietari di un sito internet.
Impossibile dunque non argomentare in merito alla nuova normativa cookies.
Non tutti sanno infatti che, a partire dal 2 giugno 2015, è entrata in vigore una nuova disciplina atta a regolamentare questi files di testo il cui scopo è profilare l’utente visitatore di un sito.
Timori e perplessità a parte, cerchiamo di entrare nel merito di queste regole nuove, scandagliando tra le righe di quella che potrebbe essere una delle più rivoluzionarie forme di tutela della privacy in termini di accesso ai siti web.
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GDPR: no al terrorismo psicologico
Ammettiamolo, in tema di cookies si fa un gran bella confusione.
Cerchiamo di fare dunque chiarezza.
Che ogni titolare di un sito web sia inibito nell’utilizzo di cookies tecnici non è affatto vero.
Quello che la nuova disciplina prevede, è bene capirlo, attiene solo all’utilizzo dei cookies di profilazione.
Bene, di certo in molti di voi continuerà a regnare parecchia confusione, ma essa potrà essere facilmente dissipata sol che si rifletta su una cosa: obiettivo di questa nuova disciplina è quello di scongiurare il fastidioso fenomeno della trasmissione al terminale dell’utente di messaggi pubblicitari, messaggi che trovano ispirazione nelle preferenze manifestate dallo stesso user nel corso della navigazione online.
Dunque non è affatto vero che i titolari dei siti web non potranno operare liberamente o che, ancora peggio, vedranno ridotte le loro visite da parte degli utenti. Niente di tutto questo.
Chi afferma tutto ciò non fa che alimentare una sorta di terrorismo psicologico.
Conseguenze della mancata osservanza della normativa sulla privacy: come evitarle
Sono molti coloro che, già a pochi giorni dalla entrata in vigore della disciplina, dichiarano di aver subito ingenti multe, così come non sono pochi coloro che hanno iniziato a cavalcare l’onda di questo fenomeno proponendo plugin -naturalmente a pagamento- per risolvere il problema.
Che non si tratti di un bel modo di fare soldi facili?
In fondo, l’osservanza di tali nuove regole non è poi così ardua: se un sito web fa uso di cookies di profilazione sarà tenuto a comunicarlo all’utente che naviga sul sito web e a farne comunicazione al Garante della privacy.
Basta, allo scopo, implementare un banner, cosa che potrà agevolmente avere luogo tramite un semplice plugin gratuito che WordPress mette a disposizione. Anche scrivere una pagina con la privacy policy non è poi impresa così ardua.
Vero è che le cose non sono del tutto chiare: pochi si pronunciano sull’argomento e le poche opinioni disseminate nel web non spiccano in uniformità.
Che Fare?
Non resta dunque che correre ai ripari munendosi di quest’informativa sul proprio sito!